
La prudenza è la qualità che aiuta a fronteggiare la paura. Occorre essere presenti, accorgersi delle emozioni che possono confondere contribuendo a peggiorare la visione delle cose con l’ansia e il terrore della morte.
La paura è umana, collegata a ciò che mette in pericolo la sopravvivenza attiva reazioni di fuga, attacco o congelamento. Oggi la si vive facilmente per tutto ciò che fa tremare lo status quo. Ci si è impoveriti della fiducia in se stessi e nella vita.
Controllarsi o aver sotto controllo gli altri appare come manifestazione di forza e scavando un pochino se ne scopre il meccanismo di paura per garantire l’illusione di stabilità.
Quando qualcosa mette in discussione la “stabilità” sembra che il terreno sotto i piedi frani. Scompaia per lasciar spazio alla sensazione di impotenza innanzi a leggi potenti e immense.
Un immenso dove ci sentiamo piccoli.
Ed è in questo IMMENSO che ci sentiamo piccoli, persi, privi di appoggio e soprattutto in difficoltà a mantenere la personalità e il ruolo con cui ci identifichiamo.
Ogni avversità porta anche un’opportunità per guardarsi, spostare l’attenzione dal fuori all’interno ed è qui, che si attiva un’ancora di stabilità dal caos
Ritrovare la propria centratura permette di osservare il pericolo, ciò che si teme e calibrarne le caratteristiche. Quando riesco a sentire la distanza dalla paura è la PRUDENZA a guidare e ad indicare il movimento opportuno.
Nella prudenza non mi perdo, resto presente e sveglio/a a qualsiasi cosa che è intorno a me. Può succedere che tutta quella negatività della lente verso la situazione che vedevo solo nera, si trasformi e mi aiuti ad intravvedere quell’opportunità che cambia il mio sentire, spalanca la porta ad una visione molto più estesa in cui scopro i vantaggi
Posso allora scoprire che nello status quo correvo senza fermarmi mai, privandomi di assaporare gli istanti con i miei cari, gustare la bellezza di un paesaggio che prima sfrecciava inosservato dal finestrino, gustarmi la lettura di un romanzo sempre rimandato, riordinare una stanza, un armadio, riportando ordine anche dentro me.
Nello stop scopro il dono : il TEMPO di vivere ai miei ritmi
Nessuno nella società attuale ti offrirebbe questo DONO se non in termini di “riempi il tempo con questo, che ti farà stare bene” alimentando la tua dipendenza al “fare, fare, fare” o “avere, avere, avere”
Il rischio che il dono diventi condanna è forte per chi ha sempre viaggiato sui binari tracciati dal sistema che lo vuole “non pensante oltre”, sicuramente non riflessivo e osservatore attento. Riempire il tempo delle persone è il modo per evitare che riprendano contatto con i loro bisogni reali.
La dipendenza al correre senza porsi mai un “perchè” diventa angoscia quando smetto di aver motivo di correre per cui la
PRUDENZA è per tutti, ma non da tutti
è a portata di mano di chi coglie l’opportunità
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Dora S Cazzadore

In questo momento di difficoltà è attivo GRATUITAMENTE lo sportello di ascolto on-line per tutti coloro che desiderano un sostengo per fronteggiare paura, instabilità, ansia e timore del futuro.
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